DENOMINAZIONE LOCALE

AREA GEOGRAFICA LUOGO

Stato: Italia

Regione: Toscana

Provincia: Arezzo

Comune: Sestino

Località: Frazioni di Palazzi e Colcellalto

NOME

Valtiberina



DESCRIZIONE

La questua si svolge presso le abitazioni delle località di Ponte Presale, Belvedere, Palazzi, Calbuffa, Colcellalto e Motolano.



MAPPE


PERIODICITÀ E OCCASIONI

Annuale, dopo il periodo natalizio, dal 6 gennaio al 9, con partenza al tramonto.

 



NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Non si hanno notizie certe e documentate sull’origine dei Cenavecchi, ma è probabile che la questua abbia avuto inizio sul finire del ‘700, perché essa risulta strettamente legata al culto dei morti, sepolti, da quel momento, non più in chiesa ma nei cimiteri extra moenia. Infatti, come attestato nei registri parrocchiali locali, la prima persona a essere inumata nel nuovo cimitero di Colcellalto risale all’8 marzo 1789. Verosimilmente, la sepoltura delle salme lontano dal luogo di culto abituale suggerì a qualcuno – si propende per il curato di allora – di alleviare la mancanza dei propri cari e di ricordarli alle loro famiglie, suscitando in esse il desiderio di donare offerte per i propri defunti, alla luce dell’insegnamento della Sacra Scrittura. Il testo adottato è la riduzione di una raccolta popolare settecentesca, stampata a Venezia (1759) e a Napoli, di strofe di endecasillabi, nota come “Lamenti che fanno le anime del Purgatorio”. (https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k3177422.texteImage).

 



SINTESI - ABSTRACT

Alcuni uomini del posto, solitamente cinque, passano di casa in casa nelle ore serali, chiedendo educatamente se sono ben accetti e se possono cantare. Se il lutto rievocato non impedisce ai familiari di assistere serenamente all’esecuzione, i cantori, accompagnati da una fisarmonica o da una chitarra, commemorano all’unisono le persone più recentemente scomparse in quella famiglia, scegliendo fra le strofe dell’intero testo quelle più adatte alla situazione.

Finita l’esibizione, viene elargita un’offerta e il cantore con funzione di cassiere ringrazia dicendo: “Dio ve ne renda merito!”. Al termine di ogni sera, i cantori sono ospitati da una famiglia che offre loro la cena.

Con gli oboli raccolti, viene fatta celebrare mensilmente una S. Messa per tutti i defunti della parrocchia e, se avanza del denaro, esso viene utilizzato per la tenuta in ordine del Cimitero o per lavori alle chiese o, ancora, per necessità particolari.

Questo il testo cantato attualmente dai Cenavecchi:

I

Eccoci pronti a rammentarvi amici

dei vostri genitor’ figli e parenti

le anime di quei poveri infelici

che trovano laggiù pene e tormenti

Non vi mostrate verso lor nemici

ché stanno in quelle fiamme sì cocenti

mentre dai lor parlare i pianti ascolta

si sente a sospirar più di una volta.

 

II

Un’altra voce ancor sento gridare

parmi la madre tua che quella sia

che con voce pietosa sta a chiamare

dicendo figlio caro figlia mia

Quanti travagli al mondo ebbi a passare

mentre io ti allevavo con desio

figlio prego ti sia raccomandato

non ti mostrar con me tanto spietato

 

variante ultimi due versi:

pensate, pensa un poco, figlio mio:

se fai del bene a me dai gusto a Iddio

 

III

Figlio, io non ti cerco a dissipare

nemmeno di volerti impoverire

mentre la roba mia ti ebbi a lasciare

almeno qualche messa fammi dire

e se qualche elemosina puoi fare

falla per me che Dio la vuol gradire

quando uscito sarò da tante pene

pregherò il buon Gesù che ti dia bene

 

variante ultimi due versi:

Ora figlio di me ti sei scordato

E mi hai in queste pene abbandonato

 

IV

Abbi memoria dell’amor paterno

e dell’affetto il quale ti portavo

per te sudavo d’estate e d’inverno

e per nutrire a te non riposavo

Come non ti ricordi i non comprendo

delle carezze e i baci che ti davo

figlio prego ti sia raccomandato

non ti mostrar con me tanto spietato

 

variante ultimi due versi:

pensate pensa un poco figlio mio

se fai del bene a me dai gusto a Iddio

 

V (rivolta ad una donna)

O cara sposa mia che cosa aspetto

Io son lo sposo tuo che hai tanto amato

quello che ti portava tanto affetto

affetto pur sincero e sviscerato

Soltanto in te trovavo il mio diletto

a Iddio piacque di te fossi privato

abbi pietà di me mia cara sposa

fai bene all’alma mia, dona il riposo

 

V (rivolta ad un uomo)

O caro sposo mio che cosa aspetto

io son la sposa tua che hai tanto amato

quella che ti portava tanto affetto

affetto pur sincero e sviscerato

Soltanto in te trovavo il mio diletto

a Iddio piacque di te fossi privata

abbi pietà di me mio caro sposo

fai bene all’alma mia dona il riposo

 

VI

Miseremini mei sento intonare

Amici saltem vost e voi parenti

In quelle pene sì dogliose e amare

L’alme purganti esclamano dolenti

pietà pietà anime a Dio si care

chiedono aiuto con dogliosi accenti

il padre al figlio ed il figliolo al padre

lo zio al nipote la figlia alla madre

Esclama il padre al figlio io ti ho allevato

con tanti stenti e tanti miei sudori

grida la madre figlia ti ho allattato

e tu non hai pietà dei miei dolori

E tutti voi che avete ereditato

pietà di noi che siamo in questi ardori

presto avete scordato il benefizio

orrenda cosa ingrata e crudel vizio

 

VII (strofa attribuita a Gino e scritta prima del 1950)

Prima di metterci al divertimento

ora che il carnevale è venuto

mettiamoci a pregare un sol momento

porgiamo ai nostri morti il nostro aiuto

C’è chi si trova nel duro tormento

perché si sa fece al sacro il rifiuto

ed or gridiam pietà amici e parenti

levateci da questi luoghi ardenti.

 

VIII

Cari Signori tutti qui presenti

porgete orecchio al mio dir se vi piace

dirò del purgatorio i gran lamenti

se voi ci ascolterete in santa pace

Chi ha padre madre fratelli e parenti

faccian bene per loro che a Dio piace

dirò del purgatorio i gran lamenti

se voi ci ascolterete in santa pace

 

variante ultimi due versi:

vi narrerò delle anime purganti

I sospiri i lamenti e i loro pianti



ALTRE TRADIZIONI/ELEMENTI IMMATERIALI ASSOCIATI

Culto delle anime dei morti.



SPAZI, OGGETTI E STRUMENTI/ELEMENTI MATERIALI COLLEGATI

I cantori portano sulle spalle un mantello blu scuro, lungo fino ai piedi, e uno di loro accompagna le strofe con la fisarmonica.



DESCRIZIONE DELL'EVENTUALE PERCORSO – ITINERARIO

La questua inizia dalla Frazione di Palazzi e prosegue, salendo, in quella di Colcellalto.



APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE

Generalmente, i singoli cantori hanno ricevuto e accettato questo incarico all’interno della loro stessa famiglia. In tal modo, si è perpetrato di generazione in generazione il servizio dei Cenavecchi. Con il tempo, però, se qualche discendenza si è fermata, il posto di quel membro è stato rimpiazzato da persone di altre famiglie, attratte dal dovere del mantenimento del servizio.



STATO DI SALUTE - MINACCE E RISCHI - BISOGNI

Attualmente, il gruppo è formato da elementi abbastanza giovani, sebbene la zona subisca gli effetti dello spopolamento delle aree interne.



ATTIVITÀ DI VALORIZZAZIONE

La valorizzazione e la salvaguardia della questua è affidata alle famiglie della zona che attendono il passaggio dei Cenavecchi. La tradizione, infatti, ha un forte impatto psicologico e di coesione sociale.



PARTECIPAZIONE (FRUIZIONE) - COMUNICAZIONE

In alcune occasioni, la Cenavecchia è stata filmata da privati che conservano i video. Sul web e sulla stampa locale, la tradizione gode di limitata diffusione.



EDUCAZIONE - RICERCA AZIONE DELLE SCUOLE

Nel novembre 2023, la Scuola Primaria di Badia Tedalda (AR) ne ha tratto lo spunto per una rappresentazione teatrale.



AUTORE DELLA SCHEDA

Martino Donati



SUPERVISORE SCIENTIFICO

Andrea Rossi



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