DENOMINAZIONE LOCALE
Carro della Befana
AREA GEOGRAFICA LUOGO
Stato: Italia
Regione: Toscana
Provincia: Arezzo
Comune: Bibbiena
Località: Bibbiena
NOME
Bibbiena
DESCRIZIONE
Il Carro della Befana visita l’intero abitato cittadino di Bibbiena e alcune frazioni. L’iniziativa infatti si realizza durante le festività per alcuni giorni dopo il Capodanno secondo una modalità itinerante che prevede la percorrenza, sera dopo sera, di ogni via e di ogni località.
MAPPE
PERIODICITÀ E OCCASIONI
La tradizione del Carro della Befana ricorre ogni anno durante i giorni che precedono l’Epifania e ogni anno ha il suo momento di chiusura la sera del 5 gennaio per la vigilia della festa con l’arrivo del Carro nei borghi e nelle piazze del centro storico di Bibbiena.
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
La tradizione del Carro della Befana a Bibbiena ha memoria antica, come è stato tramandato tra i membri della famiglia Sereni (fondatori della storica Filarmonica) è legata alla maschera di Stenterello, all’apertura del tradizionale periodo di carnevale suggellato dal passaggio del carro trainato dai buoi e dalle rime poetiche che Stenterello declamava per le vie. Il maestro della Filarmonica Angiolo Sereni prese spunto da una tradizione preesistente: prima della guerra girava per le campagne un barroccino trainato da un ciuco, alcuni elementi della Banda cantavano e suonavano mentre i contadini davano un po’ di farina o un po’ di vino. Con queste povere offerte e con l’aiuto dei bibbienesi che potevano elargire qualcosa veniva preparata una cena e si dava un aiuto ai più poveri del paese. La forma attuale ha avuto una trasformazione e un consolidamento dal Dopoguerra, quando il centro storico di Bibbiena era il vero e proprio fulcro della vita del comune e di tutto il Casentino. Tante erano le attività economiche, commerciali e artigianali che si svolgevano nei “fondi” dei borghi. Tanti gli abitanti, numerose le famiglie e c’erano le banche, la Pretura e altri importanti uffici e servizi. L’idea propulsiva di Angiolo Sereni fu di individuare un modo antico per restituire un momento importante di cultura e socialità al paese mantenendo, anche nella trasformazione, elementi antichi quali il canto in quartine poetiche, i repertori di musica da ballo, il carattere di azione rituale itinerante, dando forza e visibilità alla Filarmonica. Dunque un carro trainato da buoi, su cui c’era il cantante che intonava le strofe vestito da Stenterello e davanti camminavano quattro o cinque suonatori che suonavano le antiche sonate del ricco repertorio locale da ballo tramandato tra i suonatori più anziani. La melodia del canto delle strofe per la Befana, intonato a voce sola non ha subìto trasformazioni a memoria d’uomo e il suo carattere musicale conferma l’origine antecedente ai repertori strumentali. La forma della componente letteraria del canto è la quartina di endecasillabi a rima alternata. Alcune sono relative a specifici rioni e chiaramente vengono intonate esclusivamente in quei luoghi. In alcuni casi venivano richieste e commissionate strofe scritte per l’occasione, la cui trascrizione veniva lasciata agli ospiti di un determinato quartiere che in cambio facevano un’offerta alla banda.
A memoria d’uomo l’organizzazione dell’evento è sempre stata svolta da un comitato autogestito interno alla Banda.
SINTESI - ABSTRACT
Ad oggi la tradizione del Carro della Befana si è conservata nelle sue caratteristiche fondamentali. Il Carro si è motorizzato e percorre pressoché la totalità delle vie cittadine e alcune frazioni. Sul carro, ovvero un furgone, è montata una casetta di legno, dentro cui siedono i suonatori che eseguono dal vivo esclusivamente brani da ballo della tradizione tramandata oralmente e il cantore che intona le strofe del canto alternate alle sonate. All’interno della casetta ci sono alcuni microfoni e all’esterno, sul camioncino addobbato, sono montati due altoparlanti cosicché il canto e la musica risuonino per le vie giungendo dentro le case. Contemporaneamente fuori dal furgone un uomo vestito da Befana e altri in modo ordinario (i “portantini”) distribuiscono caramelle ricevendo in cambio, secondo l’antica tradizione, denaro per la Filarmonica. Ci vogliono in tutto quattro sere poiché l’itinerario è ora molto lungo, comprendendo tutte le nuove periferie. Il centro storico negli ultimi cinquant’anni ha subìto, come tanti altri centri storici delle aree interne, un progressivo spopolamento di residenti e di attività a favore delle aree “periferiche” per cui il Carro si sposta per raggiungere tutti i quartieri e gli abitanti. Vengono coinvolte circa una quindicina di persone per ogni sera: il cantore, i suonatori, l’autista, la Befana che distribuisce le calze, i questuanti.
La sera della vigilia, il 5 Gennaio, il Carro fa tappa nel centro storico cittadino, accolto dalle luminarie dei borghi, dagli addobbi dei negozi e da una folla di bambini festanti che ricevono le calze della Befana.
ALTRE TRADIZIONI/ELEMENTI IMMATERIALI ASSOCIATI
Con il Carro della Befana la Filarmonica Bibbienese contribuisce a mantenere e tramandare un importante patrimonio culturale locale, formato da un sistema complesso di contributi che si sono conservati grazie a questa attività, si pensi sia alle melodie del ricco repertorio da ballo dei vecchi suonatori che alla forma letteraria degli endecasillabi che è strettamente legata al nostro paese e alla nostra gente e che richiama ad altre tradizioni legate al mondo rurale come l’ottava rima e il Bruscello. In particolare sono tanti i richiami al Bruscello, forma di teatro popolare fatto dai contadini che si spostavano di podere in podere, nei borghi e nelle piazze e si esibivano col solo scopo della questua, per una cena di tutta la compagnia.
SPAZI, OGGETTI E STRUMENTI/ELEMENTI MATERIALI COLLEGATI
Carro con tutta la sua dotazione di impianti elettrico acustico.
DESCRIZIONE DELL'EVENTUALE PERCORSO – ITINERARIO
Non esiste un itinerario definito, il Carro si sposta nei vari rioni del paese nei giorni precedenti all’epifania per poi effettuare l’ultima tappa nel pomeriggio della vigilia nel centro storico.
APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE
L’apprendimento e la trasmissione di questa tradizione è affidata alla Scuola di Musica esistente in seno alla Filarmonica Bibbienese. Questa pratica è essa stessa elemento di tradizione perché alla Banda fin dalla sua nascita fu affiancata una scuola di musica gratuita aperta a tutti.
COLLEGAMENTO SCHEDE
Bruscello di Casalino. Ottava rima. Cenavecchia. Vecchioni di Cetica. Vecchioni di Montemignaio.
PERSONE INCONTRATE
Luca Polverini
REFERENTI
TIPO | COGNOME | NOME | SCOLARITÀ | PROFESSIONE | PERIODO | BIO/DESCR. | DATI BIOGRAFICI | STATO | REGIONE | PROVINCIA | COMUNE | LOCALITÀ |
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Persona | Polverini | Luca |
STATO DI SALUTE - MINACCE E RISCHI - BISOGNI
La difficoltà maggiore è rappresentata dalla mancanza di continuità nell’apprendimento dello strumento da parte degli allievi della scuola di musica della Banda. Arrivati alla soglia dell’adolescenza molti ragazzi/e tendono ad abbandonare. Sicuramente è un problema diffuso e ricorrente per questo tipo di tradizioni, conseguenza anche dello spopolamento del centro storico che ha perso molto della sua funzione di coesione sociale. Spesso i ragazzi una volta giunti alle superiori frequentano scuole dislocate in altre cittadine della nostra provincia per cui si trovano a coltivare amicizie e interessi esternamente a Bibbiena. Negli ultimi due anni l’epidemia di Sars Covid 19 ha congelato molte delle attività di preparazione e organizzazione dell’evento che l’anno scorso per la prima volta è stato sospeso.
ATTIVITÀ DI VALORIZZAZIONE
Per assicurare la trasmissione di questa iniziativa alle generazioni future grande è l’impegno della Filarmonica Bibbienese presso le scuole di Bibbiena e di alcuni paesi limitrofi. Il primo e fondamentale passo è quello di attrarre i bambini alla scuola di musica, gratuita e universale, della Banda. dallo scorso autunno si sono avviate collaborazioni anche con le scuole primarie di Corsalone e di Poppi. La sopravvivenza di questa tradizione è quindi strettamente legata allo stato di salute della Filarmonica e alla sua capacità di attrarre nuovi allievi/musicanti.
PARTECIPAZIONE (FRUIZIONE) - COMUNICAZIONE
Le attività per la valorizzazione e di invito alla partecipazione sono quelle svolte nelle scuole, la cui comunicazione è svolta da alcuni rappresentanti del Consiglio direttivo della Filarmonica, unitamente ai Maestri, che si recano a illustrare ai bambini e ai genitori (tramite riunioni e incontri) le possibilità per i bambini stessi di apprendere uno strumento e di farsi portatori attivi del mantenimento di tradizioni importanti. Nell’imminenza dell’evento vengono fatti comunicati stampa e articoli sui quotidiani e periodici locali e non, cartacei e digitali. I social rappresentano poi un altro valido canale di informazione e comunicazione. Nel 2020 è stato pubblicato il libro “Tre Sereni … una Banda – La Filarmonica Bibbienese Sereni” dove trova ampio spazio l’iniziativa del Carro della befana.
EDUCAZIONE - RICERCA AZIONE DELLE SCUOLE
I referenti del gruppo organizzatore della Befana hanno partecipato per più anni al tavolo del progetto “Ritualità invernali in Casentino” ed hanno collaborato attivamente ai progetti di documentazione e ricerca svolti dall’ Associazione “La leggera” su incarico dell’Unione dei comuni montani del Casentino nonché per la pubblicazione del libro/cd “E’ quella d’anno se la conoscete, tradizioni rituali itineranti in Casentino”.
ALLEGATI - FOTO
ALLEGATI - VIDEO
AUTORE | TITOLO | DATA | LUOGO | VIDEO |
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Filarmonica Bibbienese Sereni | La befana è arrivata in via Santa Maria! | Località Santa MAria a Bibbiena |
SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA
Magistrali M., 2012, E’ quella d’anno se la conoscete, Tradizioni rituali itineranti in Casentino, Ecomuseo, Poppi (Ar);
Video: https://www.youtube.com/watch?v=AmJwmzwonlM, “La Befana ci ha duemila anni” montaggio video dai documenti d’archivio di L.a.s.c.i.t.o. dell’Associazione “La leggera” per il progetto “Tradizioni in linea”.