DENOMINAZIONE LOCALE
La Leggenda della Mea
AREA GEOGRAFICA LUOGO
Stato: Italia
Regione: Toscana
Provincia: Arezzo
Comune: Bibbiena
Località: Bibbiena
NOME
Valle del Casentino, Bibbiena.
DESCRIZIONE
Bibbiena si trova nel cuore del Casentino ed occupa la parte settentrionale della provincia di Arezzo, ad una altitudine di 425 m s.l.m. E’ un comune di 12203 abitanti ai piedi del quale scorre l’Arno, che ha le sue sorgenti a pochi chilometri sul Monte Falterona, e due grandi torrenti: l’Archiano e il Corsalone.
E’ il centro più popoloso della Valle del Casentino. Le origini di Bibbiena sono probabilmente Etrusche, a giudicare dalla desinenza. Il suo nome potrebbe derivare da “Vipena” o “Bibena”. W. Schulze, nella sua pubblicazione “La variation linguistique dans les langues de l’Italie romaine”, afferma che il nome deriverebbe da “Vipe”, parola etrusca da cui a sua volta deriva il nome di un’antica famiglia, i “Vipena”. Le origini etrusche di Bibbiena sono inoltre confermate da reperti archeologici come iscrizioni relative alla famiglia “Vipena” a Tarquinia: “Due iscrizioni dedicate a Vipena, entrambe pietre tombali” (vedi F. Chiesa, “Tarquinia … “, Roma, 2005, p. 270). Durante l’epoca Romana era conosciuta come “Vibulenus”, da cui deriva poi “Viblena” (E. A. Stanco, “Bolli doliari e ceramici dalle ricerche del Gruppo Archeologico Romano”, in “Epigraphica…”, 2006, p. 264).
Nel cuore del centro storico di Bibbiena, tra i piccoli borghi e le piazze del paese, ogni anno viene celebrato il Carnevale Storico del paese, accompagnato ormai da una rievocazione storica più recente, quella legata alla Leggenda della Mea. Il paese viene tradizionalmente diviso in due fazioni, quella nobile e quella popolana, differenziate architettonicamente da chi abita sotto la Piazzolina (Piazza Roma), ovvero i popolani detti ‘’fondaccini’’, e chi abita al di sopra di quella piazza, ossia i nobili detti ‘’Piazzolini’’.
MAPPE
PERIODICITÀ E OCCASIONI
La rievocazione della Leggenda della Mea avviene in concomitanza con il Carnevale Storico del Paese di Bibbiena, quindi l’ultimo giorno di Carnevale. Negli anni passati è stato dedicato alla sola Leggenda un momento di rievocazione e messa in scena della storia nel periodo estivo, durante il quale si organizzano giochi e/o banchetti.
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
Le canzoni del 1500 – 1600 contribuiscono alla nascita della Leggenda della Mea, che viene rievocata/rappresentata per la prima volta nel 1937.
Queste canzoni, cantate senza interruzioni dal 1500 durante i giorni del Carnevale Storico (tradizione che secondo le fonti non si è mai interrotta dal 1337 ad oggi), parlano infatti di quelli che sono diventati i personaggi principali della leggenda, come la bella Mea, lavandaia, i fondaccini e i piazzolini…
Bloccata per gli avvenimenti bellici della prima metà del novecento, la rievocazione in costume della leggenda riprende solo nel 1972 grazie al Comune di Bibbiena e a cinque personalità importanti: Tito Bartolini, Grazia Bei, Marco rossi e Giulio Gabiccini, che ridanno vita alla manifestazione inventandosi intrattenimenti e messe in scena come il Carraccio, ovvero il tiro con la fune di un carro per il quale gareggiavano Fondaccini e Piazzolini.
L’interesse per la Leggenda, al contrario di quello per il Carnevale che invece rimarrà sempre vivo, andrà ad affievolirsi nei decenni e verrà risollevato solo nel Duemila, con la creazione di una nuova associazione e con l’organizzazione di giornate estive dedicate solamente alla Leggenda della Mea, grazie alle quali la tradizione si rinnova.
Dagli anni Novanta, poi, con lo spopolamento del Centro Storico e con lo spostamento dei nuclei familiari verso altre zone del comune, l’affluenza e l’interesse della comunità sembra di nuovo essersi attenuato.
Nell’estate del 2021 poi, dopo un anno in cui il Covid ha limitato le rappresentazioni, con l’aiuto di alcuni giovani del paese l’Associazione ha organizzato una giornata in cui quattro squadre (due per i Piazzolini e due per i Fondaccini) si sono sfidate al gioco del Carraccio.
SINTESI - ABSTRACT
La leggenda racconta che al tempo del Conte Pier Saccone Tarlati di Bibbiena, nel rione dei Fondaccini viveva una giovane e bellissima lavandaia, Bartolomea, comunemente chiamata “Mea”, promessa in sposa a Cecco, giovane tessitore.
Un giorno la Mea, riportando il bucato nel rione dei Piazzolini, fu notata dal figlio del Conte Tarlati, Marco, che s’invaghì immediatamente di lei. Il giovane nobile avvicinò la lavandaia ed iniziò a dialogare con lei con modi particolarmente educati. Bartolomea era affascinata da tanta gentilezza e per avere tante attenzioni da persona di così alta nobiltà. Non fu difficile per il giovane Tarlati convincere la ragazza a seguirlo nel suo palazzo. Mea, senza rendersene conto, era stata “gentilmente rapita”.
La lavandaia non fece ritorno al Fondaccio. Si sparse presto la notizia di quanto era avvenuto e i Fondaccini esortati e capeggiati da Cecco cominciarono una turbolenta protesta che in poco tempo prese la forma di una violenta rivolta. Il vecchio e saggio Conte Tarlati, che inizialmente non conosceva i motivi di quei tumulti, conosciuto l’accaduto convocò la popolazione in pubblica piazza e restituì la Mea ai Fondaccini ed al suo Cecco. Poi indisse una grande festa in segno di ritrovata amicizia tra i due rioni bibbienesi.
La leggenda trova le sue origini nelle canzoni cantate da centinaia di anni durante il Carnevale storico, la cui rievocazione non è mai stata interrotta dal 1337 ad oggi. Queste canzoni risalgono però al Cinquecento e al Seicento: “ La Mea la fa ‘l bucato, per conquistar suo amor
La Mea la lo lava alla fonte dell’amor
La Me la lo riasciuga alla spera del sol
La Mea la lo ripiega all’ombra dell’allor
L’alloro l’era verde a Mea s’addormentò
Di lì passò il suo amore, la Mea lo sospirò
Non sospirar più Mea, ch’io ti voglio sposar. (…)”
Giuseppe Jetta attribuisce questa canzone al Cinquecento, e la descrive come un frammento della trottola “l’a pastorella” di Olimpo da Sassoferrato.
La prima rievocazione in costume della leggenda, messa in scena teatralizzata in cui viene rappresentata ogni parte della storia, dal rapimento alla rivolta dei Fondaccini fino alla restituzione della Mea al rione di appartenenza, avviene nel 1937. L’interesse per questa leggenda va a scemare nel primo dopoguerra, fino a farla quasi scomparire. Negli anni settanta però la leggenda torna ad assumere importanza per le comunità grazie all’intervento di alcuni bibbienesi che decidono di rievocarla, aumentando i momenti di incontro e le iniziative a riguardo. Nella rievocazione, vera e propria rappresentazione teatrale in costume, ci sono dei personaggi che ogni anno si ripresentano, come colei che avverte che hanno rapito la Mea (la madre, nella leggenda), le lavandaie testimoni al rapimento, le guardie dei Conti Tarlati che attuano il rapimento, e ovviamente i personaggi principali della leggenda: la Mea, il suo promesso sposo Cecco e il conte Marco Tarlati.
Con la creazione di alcuni giochi che sottolineano la divisione del Paese in “Piazzolini” e “Fondaccini”, la rivalità tra queste due “fazioni” crea nelle comunità un forte senso di identità e di appartenenza, così da far scaturire iniziative, giochi e rappresentazioni legate alla leggenda, nonché una sempre maggiore affluenza agli eventi ed interesse da parte di tutte le generazioni.
Ogni anno a Bibbiena per la rievocazione viene scelta una delle ragazze più belle del Paese, originariamente fondaccina (attualmente non importa più che appartenga a questo determinato rione), che deve riportare le caratteristiche fisiche della descrizione della Mea: mora, riccia, formosa. La ragazza scelta interpreterà per l’anno di riferimento la Mea nella rievocazione e sarà quindi rapita, portata a palazzo e poi restituita ai fondaccini in seguito alla ribellione.
La Mea aveva, in passato, il compito di guidare i fondaccini nel Corteo Storico e di rappresentare il Carnevale e la città per l’intero anno. Il corteo dei fondaccini non viene più messo in scena, ma la Mea rimane la rappresentazione della Città. Anche Cecco, il suo promesso sposo, è sempre un abitante di Bibbiena: interpreta un ragazzo di umili origini, tessitore di mestiere, innamorato della più bella ragazza del Rione del Fondaccio. Vedendosi sottrarre la giovane fidanzata dal figlio del Conte incita gli amici ed i compagni fondaccini alla sommossa contro il potere ed il potente sovrano, facendo scatenare moti di ribellione e disordine.
ALTRE TRADIZIONI/ELEMENTI IMMATERIALI ASSOCIATI
La rievocazione della Leggenda della Mea, strettamente legata a quella del Carnevale Storico di Bibbiena, è animata da canzoni tradizionali, risalenti al periodo tra il 1500 e il 1600, come “Eran le piazzoline” (o” Eran le fondaccine”), “ Evviva il vino”, “ La Mea” e “ La Brunettina mia”.
Nell’estate del 2021 con l’aiuto di alcuni giovani paesani l’Associazione ha organizzato una giornata di giochi in cui quattro squadre (due per i Piazzolini e due per i Fondaccini) si sono sfidate al gioco del “Carraccio” (tiro del carro alla fune).
SPAZI, OGGETTI E STRUMENTI/ELEMENTI MATERIALI COLLEGATI
I luoghi in cui avviene la rievocazione sono le due piazze principali del centro storico, Piazza Tarlati e Piazza Roma (comunemente conosciute come Piazza Grande e Piazzolina). In quest’ultima viene bruciato il Bello Pomo.
Gli oggetti utilizzati sono prevalentemente strumenti musicali d’epoca, costumi e abiti ispirati a quelli del tempo in cui si racconta abbia vissuto la Mea; il Carro utilizzato per il gioco e il Ginepro che viene bruciato ogni anno.
DESCRIZIONE DELL'EVENTUALE PERCORSO – ITINERARIO
Il corteo della rievocazione storica, in costume, in passato prevedeva due partenze separate, uno per ciascun rione, a riflesso dell’antica rivalità; i “fondaccini”, rappresentati dai colori giallo e rosso partivano infatti dal “Fondaccio”, il loro rione, mentre i “piazzolini” partivano da Piazza Grande (Piazza Tarlati) e le due fazioni si ritrovavano in Piazza Roma, comunemente detta Piazzolina, zona neutrale che funge da divisorio tra i due rioni. Negli ultimi anni il corteo si è ridotto ai soli Piazzolini che percorrono le vie del paese con i costumi nobiliari ispirati al tempo della revocazione.
APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE
La rievocazione della leggenda della Mea si è trasmessa, nella comunità di paese, principalmente per via familiare. Un ruolo importante è svolto dalle associazioni locali, nello specifico dall’Associazione “Carnevale Storico di Bibbiena”, che si occupa come del carnevale così della rievocazione della Leggenda, con attività di promozione.
COLLEGAMENTO SCHEDE
“ Il Carnevale Storico di Bibbiena e il “Bello Pomo”
COMUNITÀ
Gli attori principali di queste tradizioni sono i cittadini di Bibbiena: oltre alle figure canoniche del Carnevale Storico e della Mea come Pier Saccone Tarlati, Marco Tarlati, la Mea e Cecco, che ogni anno sono interpretate da persone diverse, tutta la comunità partecipa vestendosi degli abiti che l’associazione fornisce gratuitamente.
L’Associazione del Carnevale Storico oltre a mantenere in vita l’antica tradizione del Carnevale storico, cercando di coinvolgere le nuove generazioni con ogni mezzo possibile, ha proposto negli ultimi anni dei momenti estivi, durante i quali la popolazione è stata coinvolta.
Noi che Bibbiena, giovanissima associazione sia per anno di creazione che per associati, ha sempre dato un contributo alla rievocazione, con la presenza degli associati e con l’apertura di Taverne durante i giorni del Carnevale. Il presidente dell’Associazione, Daniele Maggio, classe ’95, ha vestito i panni di Cecco per più anni di seguito.
L’amministrazione e il consiglio comunale, dal 2020, hanno assunto dei ruoli specifici non solo nell’organizzazione ma anche nella vera e propria rievocazione storica. Il Carnevale storico di Bibbiena 2020 è stato sancito con il passaggio delle chiavi della città dal Sindaco di Bibbiena all’Associazione del Carnevale e con un bel brindisi di ippocrasso. Il Sindaco Filippo Vagnoli ha inoltre ricoperto un ruolo nella rievocazione medievale, quello di “Vicario”, che sarà poi tramandato anche ai prossimi sindaci.
Bibbiena ha inoltre un’Associazione di Sbandieratori, “Sbandieratori e Musici Città di Bibbiena” che ha spesso contribuito alla rievocazione durante il Carnevale Storico.
La filarmonica bibbienese è sempre presente con i musicisti ad accompagnare il corteo, così come il coro dei Musici di Bibbiena.
PERSONE INCONTRATE
Alessandro Giovannini, presidente dell’Associazione “Carnevale Storico di Bibbiena”
Tiziana Salamone, segretaria dell’Associazione “Carnevale Storico di Bibbiena”
Marco Menonna dell’Associazione “Carnevale Storico di Bibbiena”
Daniele Maggio, presidente dell’Associazione “Noi che Bibbiena”, che ha vestito per due anni il ruolo di “Cecco” nella rievocazione della Leggenda della Mea.
Carlo Grazzini, Filarmonica Bibbienese.
REFERENTI
TIPO | COGNOME | NOME | SCOLARITÀ | PROFESSIONE | PERIODO | BIO/DESCR. | DATI BIOGRAFICI | STATO | REGIONE | PROVINCIA | COMUNE | LOCALITÀ |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Associazione | Associazione “Carnevale Storico di Bibbiena”. | Annuale | Italia | Toscana | Arezzo | Bibbiena | Bibbiena |
STATO DI SALUTE - MINACCE E RISCHI - BISOGNI
Il rischio principale è legato alla trasformazione del tessuto urbano. Dagli anni Settanta in poi vediamo il comune di Bibbiena espandersi alla zona industriale limitrofa, con conseguente spopolamento del centro storico, che allontana quindi i cittadini che fino ad allora erano stati partecipanti attivi di questa tradizione. Le generazioni postere, quindi, sono principalmente composte da persone che non hanno vissuto in prima persona le rievocazioni (soprattutto per quanto riguarda la Mea).
Le attività coordinate dalle associazioni locali hanno puntato a pubblicizzare e trovare ufficializzazione soprattutto per il Carnevale Storico, che rimane la rievocazione considerata più importante per la comunità bibbienese.
Nel passato in ogni borgo di Bibbiena c’erano delle figure caratteristiche: le lavandaie, il calzolaio.
Negli ultimi anni la tradizione si è “ridotta” ad una sfilata e all’apertura di alcune taverne. Questo è percepito come un rischio, così come il fatto che le nuove generazioni si sentano sempre meno coinvolte nella tradizione. Il centro storico di Bibbiena negli ultimi anni si è ripopolato, ma i nuovi abitanti del paese non hanno vissuto in prima persona la rievocazione storica del Carnevale né tantomeno quella della Leggenda della Mea, per questo, come ci spiega Daniele Maggio dell’associazione “Noi Che Bibbiena”, è difficile conquistare l’interesse e la partecipazione di tutti.
ATTIVITÀ DI VALORIZZAZIONE
L’Associazione del Carnevale Storico oltre a mantenere in vita l’antica tradizione del Carnevale storico, cercando di coinvolgere le nuove generazioni con ogni mezzo possibile, ha ricreato negli ultimi anni dei momenti anche in estate in cui la popolazione è stata coinvolta. Sostenendo queste tradizioni, le associazioni locali e le amministrazioni, ne hanno accompagnato il rinnovamento: nell’Agosto del 2019 è stato organizzato un banchetto medievale in costume, con la partecipazione della Mea e degli altri personaggi che avevano già fatto la loro apparizione nel Carnevale dello stesso anno.
Per la prima volta nel 2020, dopo la bruciatura come da 600 anni del Bello Pomo, l’Associazione insieme alle scuole primarie di Bibbiena ne ha piantato un altro, dando il via a questa nuova tradizione. Con la collaborazione del Club Fotografico Avis Bibbiena EFI ha realizzato un calendario con immagini relative a questa tradizione.
La “Strategia Aree Interne Casentino-Valtiberina” ha attivato dal 2018 il progetto “Le comunità educanti del Casentino e della Valtiberina” che tramite la creazione di un Atlante del patrimonio culturale immateriale contribuisce alla valorizzazione e alla salvaguardia di queste tradizioni, creando momenti di incontro e suscitando progettualità, favorendo nelle nuove generazioni competenze riguardo al loro patrimonio.
In seguito a questi incontri, il 25 Febbraio 2020, l’ultimo giorno di Carnevale, prima della rituale bruciatura del Bello Pomo, gli alunni dell’Istituto Comprensivo di Bibbiena hanno messo in scena un balletto in costumi medievali, coordinati dall’Associazione “Carnevale Storico di Bibbiena”, dalla scuola di Ballo “Universo Danza ADS” e dall’Associazione “Filarmonica Bibbienese”.
Noi che Bibbiena, giovanissima associazione sia per anno di creazione che per associati, ha sempre dato un contributo alla rievocazione, con la presenza degli associati e con l’apertura di Taverne durante i giorni del Carnevale. Il presidente dell’Associazione, Daniele Maggio, classe ’95, ha vestito i panni di Cecco per più anni di seguito.
PARTECIPAZIONE (FRUIZIONE) - COMUNICAZIONE
La “Strategia Aree Interne Casentino-Valtiberina” ha attivato dal 2018 il progetto “Le comunità educanti del Casentino e della Valtiberina” che tramite la creazione di un Atlante del patrimonio culturale immateriale contribuisce alla valorizzazione e alla salvaguardia di queste tradizioni, creando momenti di incontro e suscitando progettualità, favorendo nelle nuove generazioni competenze riguardo al loro patrimonio.
In seguito a questi incontri, il 25 Febbraio 2020, l’ultimo giorno di Carnevale, prima della rituale bruciatura del Bello Pomo, gli alunni dell’Istituto Comprensivo di Bibbiena hanno messo in scena un balletto in costumi medievali, coordinati dall’Associazione “Carnevale Storico di Bibbiena”, dalla scuola di Ballo “Universo Danza ADS” e dall’Associazione “Filarmonica Bibbienese”.
Noi che Bibbiena, giovanissima associazione sia per anno di creazione che per associati, ha sempre dato un contributo alla rievocazione, con la presenza degli associati e con l’apertura di Taverne durante i giorni del Carnevale. Il presidente dell’Associazione, Daniele Maggio, classe ’95, ha vestito i panni di Cecco per più anni di seguito.
EDUCAZIONE - RICERCA AZIONE DELLE SCUOLE
La Strategia Aree Interne Casentino-Valtiberina ha attivato dal 2018 il progetto “Le comunità educanti del Casentino e della Valtiberina” che tramite la creazione di un Atlante del patrimonio culturale immateriale contribuisce alla valorizzazione e alla salvaguardia di queste tradizioni, creando momenti di incontro e suscitando progettualità, favorendo nelle nuove generazioni competenze riguardo al loro patrimonio. In ambito di questo progetto, l’Ecomuseo e gli esperti locali, nei primi mesi del 2020 hanno tenuto degli incontri all’interno della Scuola Primaria del Paese.
Nell’ambito di questo progetto, l’Associazione “Carnevale Storico di Bibbiena” e “Filarmonica Bibbienese”, nei primi mesi del 2020 hanno tenuto degli incontri in costume all’Interno dell’Istituto Comprensivo, raccontando ai bambini del Carnevale Storico e della Leggenda della Mea.
NOTE METODOLOGICHE DOCUMENTAZIONE
Il percorso originale dell’atlante del patrimonio immateriale ha coinvolto le scuole del territorio, luoghi per eccellenza della trasmissione tra le generazioni.
Durante l’anno scolastico 2018/2019 si sono tenute giornate di formazione degli insegnanti e laboratori in classe.
Le notizie riportate nella scheda sono il frutto di due livelli di lavoro:
1) i materiali prodotti dalle classi durante gli anni scolastici 2018-2019
2) le informazioni raccolte attraverso momenti di ricerca sul campo, presso le “comunità gruppi ed individui” interessati al lavoro di ricerca sul patrimonio, le associazioni del territorio, i produttori, i musei e le associazioni culturali coinvolte.
La ricerca ha compreso:
– lavori con le classi terze, quarte e quinte dell’Istituto Comprensivo di Bibbiena.
– Incontri con le seguenti associazioni: Associazione Carnevale Storico di Bibbiena, Associazione “Noi Che Bibbiena”.
E prodotto questa documentazione:
– Materiali forniti dal lavoro in classe durante l’anno accademico 2018/19
– Ricerca storica e bibliografica
– Interviste alle varie personalità all’interno delle Associazioni
Le informazioni sono state inoltre raccolte attraverso lo studio dei volumi relativi all’argomento in Biblioteca, tramite la consultazione dei suddetti testi e grazie al coinvolgimento degli abitanti del paese, dei loro racconti e dell’associazione dedicata all’iniziativa.
Il principale volume utilizzato per le notizie storiche è la monografia “Carnevale Storico di Bibbiena. Rievocazione della “Mea”.
NOTE METODOLOGICHE PROCESSO DI INVENTARIAZIONE
La scheda d’inventario è stata compilata da Chiara Picinotti, integrando la documentazione delle raccolta dagli Istituti Comprensivi locali, le interviste (svolte in presenza e poi telefonicamente causa Covid – 19) con la bibliografia, condividendo con le Associazioni il lavoro in corso d’opera e chiedendo la loro collaborazione nella scrittura. Le associazioni hanno inserito, modificato e aggiornato la scheda nei mesi della compilazione, che è infine stata revisionata dai supervisori scientifici.
DIRITTI E CONSENSO DELLA COMUNITÀ
Liberatoria
AUTORE DELLA SCHEDA
Chiara Picinotti
SUPERVISORE SCIENTIFICO
Andrea Rossi, Valentina Lapiccirella Zingari
SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA
Carnevale Storico di Bibbiena. Rievocazione della “Mea”. Monografia, Edizione Unica, Bibbiena, 2009.