DENOMINAZIONE LOCALE

AREA GEOGRAFICA LUOGO

Stato: Italia

Regione: Toscana

Provincia: Arezzo

Comune: Sansepolcro

Località:

NOME

Valtiberina



DESCRIZIONE

Attraversata dal corso superiore del Tevere, la Valtiberina si dispiega tra Toscana, Umbria e Romagna ed è chiusa ad Ovest dall’Alpe di Catenaia e ad Est dall’Alpe della Luna. Il suo territorio si estende su circa 673 chilometri quadrati e presenta un’ampia fascia montuosa (circa 1.400 m di altitudine), una zona collinare nelle aree di Monterchi ed Anghiari e una zona pianeggiante, limitata alla pianura del Tevere in cui sono sorti i principali centri urbani dell’area.

La valle presenta un forte dislivello medio (da un min di 291 a un max di 1.453 mt. slm) che caratterizza la maggior parte dei comuni (5 su 7 comuni valtiberini hanno un dislivello superiore a 1.000 mt). Altitudine e dislivello generano una stratificazione e diversificazione dei paesaggi. 

Con il 61,6% del territorio coperto da boschi (particolarmente presenti a Badia Tedalda, Caprese Michelangelo, Pieve Santo Stefano e Sestino), la Valtiberina è molto interessante sia dal punto di vista naturalistico, che dal punto di vista storico-artistico e religioso. Tra le sue colline troviamo affascinanti borghi antichi come Sansepolcro, terra natale di Piero della Francesca, Anghiari, uno tra i cento “borghi più belli d’Italia” noto per le sue architetture medievali e il bozzetto leonardiano della celebre “battaglia”. Ricordiamo anche paesi quali Pieve Santo Stefano con il suo archivio diaristico di importanza internazionale, Monterchi con il celebre affresco della Madonna del Parto di Piero della Francesca, Caprese Michelangelo terra natia di Michelangelo Buonarroti. 

La Valle è ricca di competenze artigianali e celebra ciclicamente la sua memoria storica, con rievocazioni in costume, come il Palio della Balestra di Sansepolcro, pratica che si tramanda dal Rinascimento.

Il Comune di Sansepolcro (anticamente Burgus Sancti Sepulchri e Borgo Sansepolcro, da cui la forma vernacolare Bórgo, oggi diffusa, o Bòrgo secondo la fonetica più antica; in toscano Sansepólcro; erroneamente San Sepolcro o S. Sepolcro) si trova al confine con Umbria e Marche.

È il centro più popoloso e capoluogo amministrativo della Valtiberina toscana. Libero comune prima e poi culla di cultura rinascimentale, ha dato i natali a famosi personaggi delle scienze, delle lettere e dell’arte quali Dionisio Roberti, Piero della Francesca, Matteo di Giovanni, Luca Pacioli, Raffaellino dal Colle, Cherubino Alberti e Santi di Tito. Posta a sud est di Arezzo sulle rive del Tevere, all’estremo est della Toscana, Sansepolcro svolge oggi il ruolo di luogo di riferimento economico e di integrazione culturale al crocevia di quattro regioni Toscana, Marche, Umbria ed Emilia-Romagna e quale polo principale di una conurbazione che coinvolge anche il limitrofo comune di San Giustino, in provincia di Perugia. Il territorio comunale è inserito nel sistema geografico dell’Appennino centrale, tra la riva sinistra del Tevere e l’Alpe della Luna, sullo spartiacque appenninico.



MAPPE


PERIODICITÀ E OCCASIONI

La pratica dell’arte del merletto in Valtiberina non ha una periodicità specifica: la Scuola e il Museo del Merletto a Sansepolcro hanno degli orari relativi alle lezioni tenute e all’apertura del museo al pubblico.

A partire dalla metà degli anni ‘80, era stata organizzata una Biennale Internazionale del Merletto a Sansepolcro, manifestazione che nel corso del tempo si è interrotta.

Ogni due anni l’associazione Il merletto nella città di Piero della Francesca organizza la manifestazione “Intrecci” con concorsi estemporanei di merletto e vari eventi.

Con l’ideazione e la diffusione della Giornata Mondiale del Merletto Juanita de Jonge (data del 2022: 26 giugno) in tutto il mondo merlettaie e merlettai lavorano in pubblico nello stesso momento, mostrando che il merletto è un’arte viva e vitale, praticata da tantissime persone. L’evento, gestito da un team di volontari di vari Paesi, ha visto nell’ultima edizione la partecipazione di persone da tutti i continenti; per l’Italia, hanno partecipato centinaia di persone in rappresentanza di tutte le Regioni e di tutte le tecniche. Oltre alle associazioni, può partecipare chiunque sappia fare merletto: singoli individui e gruppi informali. Sono ammesse solo le diverse tecniche di merletto: ago, fuselli, chiacchierino, macramè, filet con rete a mano, trina d’Irlanda. I partecipanti devono scegliere un luogo qualsiasi, se possibile accessibile al pubblico (come per esempio un parco, una piazza, un locale all’aperto, il terrazzo o il giardino di casa, la riva del mare, la cima di una montagna) e lavorare al proprio merletto esponendo la locandina e il badge della manifestazione.  Finito la lavorazione, le/i partecipanti devono pubblicare la foto, con badge e locandina ben visibili, nel gruppo ufficiale internazionale e nel gruppo italiano indicando i nomi e il luogo della pubblicazione. Nella descrizione del sito su Facebook, si chiede poi di mandare un pensiero, un saluto, un po’ come una cartolina a tutti i partecipanti, in Italia e nel mondo.

Per l’edizione del 2022, le partecipanti dovevano cliccare su questo link per collegarsi: https://www.eventbrite.nl/e/international-lace-day-2022-registration-343362946817 e il link relativo alla pagina dell’evento su facebook è: https://www.facebook.com/groups/InternationalLaceDay/?ref=share.



NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Ricamo e merletto rappresentano un elemento della vita quotidiana: un’arte, che ha attraversato i secoli con la sua storia e che oggi è tornata di moda, sull’onda lunga del ritorno al fai da te, il piacere di riscoprire antichi gesti e di realizzare piccoli preziosi manufatti. Non vi sono certezze sul momento esatto in cui apparve il merletto, né sulla sua paternità; ma è certo che l’Italia e in special modo la città di Venezia, in questa storia gioca un ruolo da protagonista. Controversa è anche l’origine del merletto a fuselli:un’importante testimonianza contenuta in uno dei più celebri libri di modelli dell’epoca, il “NuwModelbuch” (edito a Zurigo nel 1561-1562), fa ritenere altamente probabile anche in questo caso un’origine, se non veneziana, italiana. Il successo dei merletti, ad ago e a fuselli, nella moda e nell’arredo determina un forte aumento della domanda e quindi della produzione, in Italia e in Europa, generando flussi di denaro consistenti e dando origine a vere e proprie guerre commerciali. 

La Rivoluzione Francese, con la caduta dell’Ancien Régime e i mutamenti intervenuti nella moda (il merletto scompare dall’abbigliamento maschile), la Rivoluzione Industriale in Inghilterra, con l’avvento delle macchine tessili e la diffusione dei merletti meccanici, determinano il crollo del mercato del merletto a mano, ma non la sua scomparsa. 

Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo fioriscono in Italia una serie di iniziative a sostegno dell’arte, in linea con la tendenza alla riscoperta dell’antico. Si tratta di attività per lo più filantropiche organizzate e gestite da nobili dame, che però hanno un notevole successo e una valenza inedita per il loro farsi strumento di emancipazione delle donne impegnate nella produzione. Il culmine di queste iniziative si ha con la costituzione nel 1903 delle “Industrie Femminili Italiane”. La Grande Guerra porta nuovi importanti cambiamenti nella moda femminile: il merletto è ridotto a mera guarnizione dei capi di corredo, di biancheria intima o degli abiti da cerimonia. Si cercano nuovi sbocchi, e nel periodo tra le due guerre nasce il “Merletto d’Arte”. Numerosi artisti dell’epoca disegnano modelli per ricami e merletti che propongono sulle più note riviste del settore.

Nella cittadina di Sansepolcro il merletto arriva grazie a Amelia Gelli Pagliai (1858-1942), la quale aveva appreso quest’antica arte da una monaca di origine fiamminga, nel carcere dove era detenuta. Arrivata a Sansepolcro aveva destato l’interesse di due giovani sorelle, Ginna e Adele Marcelli, le quali divenute esperte, cominciarono a studiare i vari merletti italiani e stranieri, in particolare francesi e delle Fiandre, spesso smontandoli e ricostruendone i vari passaggi. A poco a poco, esse maturarono la convinzione che fosse possibile dare inizio ad un merletto nuovo, con caratteristiche proprie. Da ricordare l’appoggio del padre delle sorelle Marcelli: a lui si deve l’invenzione del particolare sostegno mobile su cui si appoggia il tombolo di Sansepolcro.Nel 1900 viene aperta una scuola: inizialmente si insegnava alle giovani di buona famiglia, ma ben presto le lavoranti interne raggiunsero la trentina per poi arrivare a più di cento donne, tra trinaie e ricamatrici, senza contare le più di mille lavoranti a domicilio sparse nell’Alta Valtiberina.

La precoce scomparsa di Adele, nel 1912, non fermò la fervente attività della scuola, che ebbe negli anni a seguire un’ampia importanza socio-economica per la cittadina di Sansepolcro. Ad elevare la qualità del merletto di Sansepolcro contribuì l’abile mano del disegnatore Domenico Petri, marito di Ginna, del quale ci sono pervenuti due cataloghi di suoi schizzi e numerose veline.


Con lo sviluppo industriale, l’artigianato manifatturiero subì un rallentamento, che ovviamente colpì anche la scuola di Merletto a fuselli di Adele e Ginna Marcelli.

L’interesse dell’arte del Merletto a Sansepolcro riparte intorno al 1990, grazie alla Biennale Internazionale, ed è oggi tenuta in vita dall’Associazione culturale “il Merletto nella Città di Piero”, nata nel 1996 con la volontà di rivalutare e diffondere la pratica del merletto a fuselli, svolgendo al suo interno corsi di ricamo e merletto. Il comune di Sansepolcro ha allestito uno spazio dedicato a quest’antico artigianato, luogo destinato al Museo del Merletto e alla sua scuola.



SINTESI - ABSTRACT

L’arte del Merletto arriva a Sansepolcro alla fine del 19° secolo portata, secondo le fonti documentarie, da Amelia Gelli, detta Dalila, la quale aveva l’aveva appresa da una suora belga durante un breve periodo di detenzione in carcere. Due giovani sorelle di Sansepolcro, Adele e Ginna Marcelli, appresero da Dalila i principali punti del merletto, diventandone in breve tempo esperte esecutrici. Questa loro passione le spinse alla conoscenza dei vari pizzi italiani. Dopo intenso studio passarono alla produzione che riscontrò un notevole successo, sia nella cittadina di Sansepolcro che nel resto della penisola italiana. L’insegnamento delle sorelle Marcelli è riuscito a sopravvivere alla produzione industriale dei merletti, creandosi uno spazio di mercato che permette di portare avanti questa tradizione. “È un mercato di nicchia, che si caratterizza prettamente grazie alla vendita diretta nelle mostre del merletto o per produzioni su commissione”.

Il merletto di Sansepolcro si realizza grazie all’utilizzo di un cuscino rotondo appoggiato su tre gambe di legno, denominate “trespolo”. Questo appoggio ha un perno in ferro che permette di ruotare il sovrastante cuscino di 360°, permettendo alla merlettaia di muoverlo a seconda delle esigenze del disegno che sta realizzando: questo oggetto contraddistingue il Merletto di Sansepolcro, dal momento che solitamente le merlettaie utilizzano un’altra tipologia di appoggio.

La merlettaia ha altresì bisogno di cartone (dove sarà raffigurato il disegno), spilli, uncinetto e soprattutto i fuselli di legno, che permettono di muovere i fili durante l’intreccio. Il numero di fuselli impiegati varia a seconda del disegno e delle esigenze della merlettaia, anche se il numero minimo è di quattro. Il filo tradizionalmente usato è quello di lino (di vario spessore), ma possono essere utilizzati anche fili di seta, cotone, fili d’oro o d’argento.

Il Merletto di Sansepolcro si distingue dalle altre produzioni di questo manufatto per la particolarità dei suoi disegni, che si ispirano a motivi figurativi animali e vegetali, oltre che alle opere dell’artista di Sansepolcro, Piero della Francesca.

Il merletto di Sansepolcro, o meglio, del “Borgo”, come ogni tradizione che caratterizza un luogo, usa un linguaggio tutto suo. Infatti, anche se quest’arte non ha un nome alternativo nella lingua locale, viene usato il dialetto per tutti gli elementi che creano e compongono quest’arte. 

Il linguaggio locale emerge già dagli strumenti utilizzati dalle merlettaie per tessere il merletto. Questi sono il berrettino (l’uncinetto), il guancialino (il portaspilli), i piombini (i fuselli), il puntirolo (il punteruolo) e gli spelli (gli spilli). Il filo che viene utilizzato è il réfe, ovvero il filo di lino, che durante il periodo dell’autarchia e della Seconda Guerra Mondiale venne sostituito dal réfe di canipa (filo di canapa). Vi è poi lo strumento senza il quale la tessitura non sarebbe possibile, ovvero il tòmbolo. Questo è un trespolo di legno formato da tre gambe che reggono un fusto su cui poggia una tavola rotonda del diametro di 60-80 cm dall’inclinazione regolabile. Sulla tavola, a sua volta, poggia un cuscino delle stesse dimensioni, imbottito di vegetèle, ovvero di foglie di granoturco secche, e ricoperto della téla d’Àffrica. È su questo supporto che viene tessuto il merletto, il quale durante la lavorazione viene coperto dalla gupèrta (una coperta, appunto) con un foro al centro che va a definire il pezzo di disegno da lavorare.

In tema di linguaggio è interessante presentare anche i termini utilizzati per riferirsi alla vera e propria tessitura. Infatti l’elemento primo del merletto è il pónto (il “punto”), del quale esistono più tipi, a seconda dello stile del disegno e dell’utilizzo della stoffa nella quale il merletto viene montato: p. a téla (che riproduce la tela del telaio intrecciando quattro fili), p. a fòglia, detto anche a stóia (a forma di foglia o stuoia esagonale), p. a tólle (“a tulle”, formato da due U unite nella parte concava), mèzo p. (più piccolo di un punto standard), p. a trèccia (intrecciando tre fili), trecciolino, paso dòppio (composto da due trecce formate ciascuna con due fili), alberini.

Questi diversi tipi di punti, permettono alle merlettaie di realizzare il progetto previsto dal disègno. A tal proposito, anche i disègni hanno i loro nomi dialettali, e i più tradizionali sono: cèntro di Perugia (con un intreccio di fittino), bachini, margherita, ciòcche (sviluppato su un disegno con fronde o festoni), bèschje (“bestie”, soprattutto il cervo, le rondini, e i cigni), cavagliéri (“cavalieri”, disegno ispirato al celebre fregio romanico conservato nel Museo Civico di Sansepolcro).

Una volta concluso il disegno, tra le varie figure del merletto viene realizzata la retina, e il merletto viene infine racchiuso, per conferirgli eleganza, da un cordóne (“bordo”) e da una puntina (“cornice”), che può essere scelta tra i vari modelli come dentino de chène (a forma di dente canino), madonnina del Saso, curvina, punt a chjódi (tessuta con chiodi anziché con spilli), o altri meno tradizionali e per questo conosciuti col numero di catalogo.

Infine, sempre riguardo il linguaggio, è utile menzionare anche le diverse forme che i merletti possono presentare. Le forme classiche sono la falzatura (“falsatura”, una striscia di merletto di forma rettangolare), la mandola (“mandorla”, dalla forma ogivale), l’ovèle (“ovale”) e il tòndo (“cerchio”). Tuttavia la tendenza attuale delle merlettaie è quella di preferire, ai disegni tradizionali, i disegni che chiamano futuristi.

Attualmente il merletto in Italia vive una stagione matura ed è solidamente presente nel territorio con un gran numero di musei, raccolte private, scuole, associazioni, insegnanti ed appassionati che operano sia per la riscoperta e valorizzazione dell’antico, sia per la sua rivisitazione in chiave contemporanea.



ALTRE TRADIZIONI/ELEMENTI IMMATERIALI ASSOCIATI

L’arte del merletto comporta la trasmissione di importanti tradizioni orali e l’uso di terminologie specifiche.

Il linguaggio locale emerge già dagli strumenti utilizzati dalle merlettaie per tessere il merletto. Questi sono il berrettino (l’uncinetto), il guancialino (il portaspilli), i piombini (i fuselli), il puntirolo (il punteruolo) e gli spelli (gli spilli). Il filo che viene utilizzato è il réfe, ovvero il filo di lino, che durante il periodo dell’autarchia e della Seconda Guerra Mondiale venne sostituito dal réfe di canipa (filo di canapa). Vi è poi lo strumento senza il quale la tessitura non sarebbe possibile, ovvero il tòmbolo. Esso è un trespolo di legno formato da tre gambe che reggono un fusto su cui poggia una tavola rotonda del diametro di 60-80 cm dall’inclinazione regolabile. Sulla tavola, a sua volta, poggia un cuscino delle stesse dimensioni, imbottito di vegetèle, ovvero di foglie di granoturco secche, e ricoperto della téla d’Àffrica. È su questo supporto che viene tessuto il merletto, il quale durante la lavorazione viene coperto dalla gupèrta (una coperta, appunto) con un foro al centro che va a definire il pezzo di disegno da lavorare.

In tema di linguaggio è interessante presentare anche i termini utilizzati per riferirsi alla vera e propria tessitura. Infatti l’elemento primo del merletto è il pónto (il “punto”), del quale esistono più tipi, a seconda dello stile del disegno e dell’utilizzo della stoffa nella quale il merletto viene montato: p. a téla (che riproduce la tela del telaio intrecciando quattro fili), p. a fòglia, detto anche a stóia (a forma di foglia o stuoia esagonale), p. a tólle (“a tulle”, formato da due U unite nella parte concava), mèzo p. (più piccolo di un punto standard), p. a trèccia (intrecciando tre fili), trecciolino, paso dòppio (composto da due trecce formate ciascuna con due fili), alberini.

Questi diversi tipi di punti, permettono alle merlettaie di realizzare il progetto previsto dal disègno. A tal proposito, anche i disègni hanno i loro nomi dialettali, e i più tradizionali sono: cèntro di Perugia (con un intreccio di fittino), bachini, margherita, ciòcche (sviluppato su un disegno con fronde o festoni), bèschje (“bestie”, soprattutto il cervo, le rondini, e i cigni), cavagliéri (“cavalieri”, disegno ispirato al celebre fregio romanico conservato nel Museo Civico di Sansepolcro).

Una volta concluso il disegno, tra le varie figure del merletto viene realizzata la retina, e il merletto viene infine racchiuso, per conferirgli eleganza, da un cordóne (“bordo”) e da una puntina (“cornice”), che può essere scelta tra i vari modelli come dentino de chène (a forma di dente canino), madonnina del Saso, curvina, punt a chjódi (tessuta con chiodi anziché con spilli), o altri meno tradizionali e per questo conosciuti col numero di catalogo.

Infine, sempre riguardo il linguaggio, è utile menzionare anche le diverse forme che i merletti possono presentare. Le forme classiche sono la falzatura (“falsatura”, una striscia di merletto di forma rettangolare), la mandola (“mandorla”, dalla forma ogivale), l’ovèle (“ovale”) e il tòndo (“cerchio”). Tuttavia la tendenza attuale delle merlettaie è quella di preferire, ai disegni tradizionali, i disegni che chiamano futuristi.



SPAZI, OGGETTI E STRUMENTI/ELEMENTI MATERIALI COLLEGATI

I materiali utilizzati per questa pratica sono molteplici e coinvolgono altri artigiani locali.

Il trespolo di cui la struttura in legno è costruita dai falegnami di Sansepolcro, al cuscino soprastante creato ad hoc dal tappezziere che lo ricopre con tela d’Africa marrone. 

I fuselli sono prodotti artigianali tipici di Sansepolcro, i fili generalmente sono di lino, ma possono essere di vari filati come canapa o seta, a seconda delle esigenze della merlettaia.

 



APPRENDIMENTO E TRASMISSIONE

Per permettere all’artigianato del merletto di proseguire la lunga tradizione biturgense, l’associazione de’ “Il Merletto nella città di Piero” ha fondato una scuola dove chiunque voglia (uomini e donne di tutte le età) può iscriversi, riuscendo così ad apprendere quest’arte.

L’interesse dell’arte del Merletto a Sansepolcro riparte intorno al 1990, grazie alla Biennale Internazionale, ed è oggi tenuta in vita dall’Associazione culturale “il Merletto nella Città di Piero”, nata nel 1996 con la volontà di rivalutare e diffondere la pratica del merletto a fuselli, proponendo corsi di ricamo e merletto. 

Il comune di Sansepolcro ha allestito uno spazio dedicato a quest’artigianato tradizionale, luogo destinato al Museo del Merletto e alla sua scuola.

La Scuola di Merletto di Sansepolcro (vedi “notizie storiche” e “comunità”) ha sempre nuove allieve e allievi che si avvicinano a questo artigianato.

A capo dell’associazione vi sono due donne nonché le principali maestre merlettaie della scuola, Lelia Riguccini e Anna Capozzi Del Sere.

La Maestra Lelia Riguccini insegna dal 1996 merletto a fuselli presso la sede dell’Associazione di cui è socia fondatrice e Presidentessa, oltre che curatrice della progettazione dei disegni. Allieva di Ginna Marcelli, fondatrice della prima scuola di merletto di Sansepolcro, si diploma come Maestra d’arte con specializzazione in ricamo e merletto conseguito presso l’Istituto d’Arte di Sansepolcro nel 1962. Prima della nascita dell’attuale scuola di merletto, nel biennio 95-96 insegna merletto a fuselli a Sansepolcro nel corso finanziato dal FSE e dalla regione Toscana. 

La Maestra Anna Capozzi Del Sere, di Sammichele di Bari, ha appreso l’arte del merletto a fuselli a Sansepolcro negli anni di collegio presso le suore dal 1973. Si stabilisce poi definitivamente a Sansepolcro e dal 1996 insegna merletto a fuselli presso l’Associazione “Il merletto nella città di Piero” di cui è socia fondatrice e Vicepresidente. Anche lei come la maestra Lelia, nel biennio 95-96 ha insegnato merletto a fuselli a Sansepolcro nel corso finanziato dal FSE e dalla regione Toscana.



COMUNITÀ

Nel 1996 è nata l’Associazione “Il Merletto nella città di Piero“, con la finalità di rivalutare e diffondere il merletto a fuselli attraverso lo svolgimento di corsi di merletto e di ricamo.

Nello stesso 1996, grazie ad una donazione cittadina, il comune di Sansepolcro ha allestito uno “Spazio del Merletto” dove, in una mostra permanente, si conservano testimonianze di trine e di documenti della Premiata Scuola di Adele e Ginna Marcelli. 

Lo spazio è aperto alla visita del pubblico (in determinate giornate settimanali) e permette di visitare il piccolo museo del Merletto, oltre che vivere la bellissima esperienza di vedere le merlettaie che lavorano alle loro creazioni. Lo stesso spazio ospita la scuola del merletto di Sansepolcro che ha un numero crescente di iscrizioni: l’arte del merletto ha una tradizione prettamente femminile, ma negli ultimi anni ci sono state iscrizioni anche da parte di alcuni giovani ragazzi; l’età media delle donne iscritte ai corsi supera i 50 anni di età ma si vedono oggi partecipare anche giovanissime ragazze e ragazzi.



PERSONE INCONTRATE

ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL MERLETTO NELLA CITTA’ DI PIERO DELLA FRANCESCA”



STATO DI SALUTE - MINACCE E RISCHI - BISOGNI

La prima minaccia è quella della trasmissione intergenerazionale, poiché l’arte del merletto sembra adattarsi difficilmente ai ritmi veloci della vita contemporanea, non è un caso che la maggior parte delle signore iscritte alla scuola siano in pensione, dal momento che hanno più tempo per potersi dedicare a questa attività che richiede tempo e impegno costante.

La paura più grande che hanno esternato le maestre merlettaie di Sansepolcro è che quest’antica arte con il cambio generazionale possa andare perduta: ecco perché l’Associazione “Il Merletto nella città di Piero” si è mossa per la nascita di un luogo dedicato, per la realizzazione di una scuola specifica e per la candidatura del merletto di Sansepolcro come patrimonio dell’UNESCO.



ATTIVITÀ DI VALORIZZAZIONE

A Sansepolcro dal 1996 è nata un’associazione con lo scopo specifico di rivalutare, salvaguardare e diffondere l’arte del merletto di Sansepolcro. Le merlettaie lavorano instancabilmente a nuovi e ambiziosi progetti, molti dei quali collegati a concorsi internazionali. In questo contesto di internazionalizzazione, il 17 maggio del 2019 il merletto di Sansepolcro ha avviato il processo di candidatura a patrimonio vivente dell’UNESCO.

Nell’antico Palazzo Pretorio di Sansepolcro si trova la sede dell’associazione “Il merletto nella città di Piero della Francesca”. Questa è anche la sede del Museo del Merletto, all’interno del quale troviamo una ricca serie di testimonianze dell’attività delle sorelle Adele e Ginna Marcelli, portatrici del merletto nella cittadina toscana e animatrici instancabili dei primi passi di questa scuola; all’interno sono visibili disegni originali, campioni di merletto e manufatti. La stessa sede ospita anche la scuola di merletto dove si svolgono corsi di vario livello, poiché ogni anno vi sono nuovi iscritti al suo albo. Ogni due anni l’associazione Il merletto nella città di Piero della Francesca organizza la manifestazione “Intrecci” con concorsi estemporanei di merletto e vari eventi.

A seguito del successo e dell’interesse suscitato da due mostre dedicate al merletto tradizionale di Sansepolcro, rispettivamente nel 1983 e 1984, è stata istituita dal 1990 la Biennale Internazionale del merletto di Sansepolcro, che è entrata nella storia del merletto. La Biennale internazionale è stata sempre aperta ad ogni tipologia di merletto, da quello classico a quello d’avanguardia, dal miniaturistico al monumentale tridimensionale, considerando l’arte del merletto come espressione di una creatività non soggetta a limitazioni di sorta. Cuore della manifestazione è stato certamente il Concorso internazionale, che ha visto nel tempo la partecipazione di artiste di ogni parte del mondo ad una “singolar tenzone” davvero unica nel suo genere, come pure il Riconoscimento Internazionale per l’operosità e la collaborazione nel campo dei merletti. A ciò si sono affiancate le numerose esposizioni dedicate alle varie tecniche e tipologie di merletto. Durante questo evento non sono mai mancate conferenze introduttive e workshop per l’apprendimento delle tecniche dei diversi stili.

Ad oggi le merlettaie di Sansepolcro sono attive con la loro partecipazione a concorsi nazionali e internazionali, mostrando così la tecnica unica del merletto di Sansepolcro, come testimonia la Maestra merlettaia Anna Capozzi che negli ultimi anni ha vinto per tre volte il primo premio al concorso internazionale “Un merletto per Venezia” oltre ad aver partecipato al concorso “La tovaglia da guinness dei primati” tenutosi a Genova nel 2003.



PARTECIPAZIONE (FRUIZIONE) - COMUNICAZIONE

La città di Sansepolcro ha ospitato in data 17 maggio 2019 la riunione che porterà alla sottoscrizione dei protocolli d’intesa attraverso i quali sarà possibile formalizzare la pratica portata avanti dai referenti dei 27 comuni coinvolti nel progetto di candidatura UNESCO. 

Questi si sono incontrati nella città di Piero della Francesca, per apporre la firma sul documento che finalmente darà concretezza all’ambizioso cammino intrapreso.



NOTE METODOLOGICHE DOCUMENTAZIONE

La scheda è stata compilata con la stretta collaborazione dell’Associazione il Merletto nella città di Piero, grazie soprattutto al prezioso contributo di Anna Capozzi, vice presidentessa dell’Associazione.

Il percorso dell’atlante del patrimonio immateriale ha coinvolto le scuole del territorio, luoghi per eccellenza della trasmissione tra le generazioni.

Durante l’anno scolastico 2018/2019 si sono tenute giornate di formazione degli insegnanti e laboratori in classe.

Le notizie riportate nella scheda sono il frutto di due livelli di lavoro:

  1. i materiali prodotti dalle classi durante gli anni scolastici 2018-2019
  2. le informazioni raccolte attraverso momenti di ricerca sul campo, presso le “comunità gruppi ed individui” interessati al lavoro di ricerca sul patrimonio, le associazioni del territorio, i produttori, i musei e le associazioni culturali coinvolte.

La ricerca ha compreso:

– lavori con la classe III B della scuola de Amicis di Sansepolcro e la classe III C della scuola Collodi di Sansepolcro durante l’anno accademico 2018/19

– Incontri con le merlettaie dell’Associazione Culturale “il Merletto nella Città di Piero della Francesca”

E prodotto questa documentazione:

– Materiali forniti dal lavoro in classe della III B della scuola de Amicis di Sansepolcro e la classe III C della scuola Collodi di Sansepolcro durante l’anno accademico 2018/19

– Fotografie e altri materiali visivi, come la prova di ricamo che ha reso protagonisti gli alunni delle classi coinvolte nel progetto.

Le notizie riportate sono state apprese sia con la ricerca sul campo, grazie alle nozioni dateci dalle associazioni, sia col materiale raccolto dalle esperienze delle classi. Importanti sono stati anche il supporto dei siti internet collegati all’associazione e gli opuscoli informativi che ci hanno consegnato. 



NOTE METODOLOGICHE PROCESSO DI INVENTARIAZIONE

La scheda è stata compilata con la stretta collaborazione dell’Associazione il Merletto nella città di Piero, grazie soprattutto al prezioso contributo di Anna Capozzi, vice presidentessa dell’Associazione.

Il percorso dell’atlante del patrimonio immateriale ha coinvolto le scuole del territorio, luoghi per eccellenza della trasmissione tra le generazioni.

Durante l’anno scolastico 2018/2019 si sono tenute giornate di formazione degli insegnanti e laboratori in classe.

Le notizie riportate nella scheda sono il frutto di due livelli di lavoro:

  1. i materiali prodotti dalle classi durante gli anni scolastici 2018-2019
  2. le informazioni raccolte attraverso momenti di ricerca sul campo, presso le “comunità gruppi ed individui” interessati al lavoro di ricerca sul patrimonio, le associazioni del territorio, i produttori, i musei e le associazioni culturali coinvolte.

La ricerca ha compreso:

– lavori con la classe III B della scuola de Amicis di Sansepolcro e la classe III C della scuola Collodi di Sansepolcro durante l’anno accademico 2018/19

– Incontri con le merlettaie dell’Associazione Culturale “il Merletto nella Città di Piero della Francesca”

E prodotto questa documentazione:

– Materiali forniti dal lavoro in classe della III B della scuola de Amicis di Sansepolcro e la classe III C della scuola Collodi di Sansepolcro durante l’anno accademico 2018/19

– Fotografie e altri materiali visivi, come la prova di ricamo che ha reso protagonisti gli alunni delle classi coinvolte nel progetto.

Le notizie riportate sono state apprese sia con la ricerca sul campo, grazie alle nozioni dateci dalle associazioni, sia col materiale raccolto dalle esperienze delle classi. Importanti sono stati anche il supporto dei siti internet collegati all’associazione e gli opuscoli informativi che ci hanno consegnato.



AUTORE DELLA SCHEDA

Valentina Ricci ,Anna Maria Cuculiuc, Arianna de Zotti



SUPERVISORE SCIENTIFICO

Valentina Lapiccirella Zingari



SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA

https://www.facebook.com/merlettodiSansepolcro/
http://www.merlettoitaliano.it/index.html

https://www.facebook.com/groups/InternationalLaceDay/?ref=share

Pubblicazioni: 

Almanacco della Donna Italiana (1923). R. Bemporad  & F. Editori Firenze

Il Merletto a Fuselli di Sansepolcro un aspetto dell’Arte Biturgense contemporanee. Mostra Organizzata dal Centro Culturale Sansepolcro dal 16 al 26 settembre 1984

Ai figli. Agli amici. Alla città. Istituto Statale d’Arte di Sansepolcro (1987)

Progetto Merletto “sul filo della memoria”. Istituto d’Arte G. Giovagnoli Sansepolcro (1998)

Arbiter elegantiarum. A cura di Andreina Crispoltoni e Maria Inferrera (2000)

Realtà e prospettive del merletto d’arte. III Biennale Internazionale del Merletto (1988), Centro Culturale di Sansepolcro

Tradizione e creatività nel merletto europeo. IV Biennale Internazionale del Merletto (1990), Centro Culturale di Sansepolcro

Perfezione e libertà nell’arte del merletto. V Biennale Internazionale del Merletto (1992), Centro Culturale di Sansepolcro

Equilibri e armonie nell’arte del merletto. VI Biennale Internazionale del Merletto (1994), Centro Culturale di Sansepolcro

 Il merletto alle soglie del Duemila: Nuovo Rinascimento. (Centenario del Merletto di Sansepolcro) VII Biennale Internazionale del Merletto (1996)

Il merletto come poesia. VIII Biennale Internazionale del Merletto (1998), Centro Culturale Sansepolcro

L’arte del Merletto tra fede e sperimentazione. IX Biennale Internazionale del Merletto (2000), Centro Culturale Sansepolcro

Il Merletto. Connubio tra Scienza e Arte. X Biennale Internazionale del Merletto (2002), Centro Culturale Sansepolcro

Universo. Incanti di Fili. XI Biennale Internazionale del Merletto (2004), Centro Culturale Sansepolcro

Il merletto. Concerto di fili. XII Biennale Internazionale del Merletto (2006), Centro Culturale di Sansepolcro

Il merletto. Architettura di Fili. XII Biennale Internazionale del Merletto (2008), Centro Culturale di Sansepolcro

Utopia della bellezza nelle magie del merletto. XIV Biennale Internazionale del Merletto (2010), Centro Culturale di Sansepolcro

Il merletto simbolo dell’emancipazione femminile della donna. XV Biennale Internazionale del Merletto (2012), Centro Culturale di Sansepolcro

Omaggio Merletto di Sansepolcro.  Lelia Riguccini (2018)

Intrecci. Festival del Merletto 1° edizione “Ecologia e spiritualità” (2021)

Intrecci. Festival del Melletto 2° edizione (2022) 

Ginna Marcelli e il merletto di Sansepolcro.  Anita Chersi Casini – Petruzzi Editore

La rivincita dei “Cavalieri”. Il merletto a Sansepolcro dalla Premiata Scuola alla Biennale Internazionale Paolo Piovaticci – Fruska

Merletto a fuselli un’arte antica per un abito moderno– Regione autonoma Friuli – Venezia – Giulia, Scuola Merletti Gorizia – Edizioni della Laguna

Centro Culturale Sansepolcro. Attività ventennale della Libera Associazione di Cittadini (1999)



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